un log di viaggio

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Il Preikestolen {PhotoLog}

Il Preikestolen è una vertiginosa falesia alta più di 600 metri a picco sul Lysefjord nella Norvegia Meridionale.

Per la sua caratteristica forma geometricamente assurda e per lo spettacolare panorama che offre, il “Pulpito di Roccia” è una delle principali mete escursionistiche d’Europa.

La vista dalla Preikestolen è pazzesca e il fatto che non esistano protezioni rende l’escursione ancora più magica e potente. Il luogo è un po’ la sintesi della bellezza di un viaggio nei fiordi Norvegesi e lo inserirei quantomeno nelle cose da fare una volta nella vita.

L’escursione

Il percorso è catalogato come “Rosso” ma non è molto impegnativo se siete discreti camminatori, il problema principale sta nel fatto che è in buona parte composto da “gradoni” di pietra, più che un piacevole sentiero escursionistico pare quindi a mio modestissimo parere una vera e propria via crucis (in particolare nello scendere). Giudizio pesantemente condizionato anche dal fatto che, essendo una delle mete top in Norvegia, è sempre pieno di gente con ritmi diversi e soprattutto sensibilità al contesto diverse.

Mi sento quindi di consigliarvi l’utilizzo di un abbigliamento adeguato per fare una normale escursione in montagna, scarpe antiscivolo e indumenti pronti ad ogni evenienza. Il percorso è ben segnalato e pieno di gente, è impossibile perdersi.

Arrivati al pulpito ci si dimentica alla svelta della fatica e la prima sensazione che si prova è un brivido lungo la schiena e una forte vertigine.

Vi sembrerà patetico ma avvicinarsi al bordo è mentalmente complicato, si ha la percezione totale del vuoto e della maestosità della parete verticale su cui ci si trova, l’approccio quindi è annebbiato e inizialmente disturbante.

Per quanto mi riguarda non ci son riuscito, molti lo facevano da sdraiati esponendo solo la faccia a fatica, altri invece intrepidamente si sedevano sul ciglio del precipizio per scattarsi il selfie della vittoria. Poi vi dico la mia opinione a riguardo.

Accettando l’idea di sedersi a un metro di distanza si viene rapidamente assorbiti dalla calma e dalla lentezza del panorama, serve un po’ di fortuna nel trovare una bella giornata di sole (a volte è cosi, per dire).

Il spettacolo della Natura in uno dei suoi luoghi più espressivi. Indimenticabile.

Consigli e Curiosità:

  • E’ una delle  falesie più alte d’Europa. Tra le tante è sicuramente quella più impressionante.
  • Il periodo migliore per visitare il Preikestolen va da aprile a ottobre.
  • Considerate che ci vogliono mediamente dalle 2h alle 3h per salire. Ci tengo a precisare che NON è una passeggiata domenicale, richiede un certo dispendio di energie.

Il Preikestolen e il suo problema: la gente.

A causa della naturale esposizione estrema e del poco rispetto che gran parte dei turisti portano al luogo, considero il Preikestolen uno dei posti più pericolosi del mondo.

Molta gente sale in jeans e scarpe da ginnastica solo per scattarsi una foto coi piedi all’aria sopra un vertiginoso burrone di 600 metri.

Io non ho la presunzione di commentare questi gesti ma sicuramente non vi proporrò di farlo. Potete tranquillamente godervi il panorama da posizioni di sicurezza, vi assicuro che è equivalente.

Per quanto riguarda i selfie estremi che van un sacco di moda, la verità è che non esiste alcuna differenza tra il Preikestolen e il tetto della Shanghai Tower (ad esempio). Anche se non soffrite di vertigini non potete sapere come il vostro corpo reagirà di fronte a un tale scompenso. L’esito potrebbe essere tragico, sbilanciarsi in quel punto equivale a morire. Continuando con la similitudine della Shanghai Tower, la domanda da porsi è: fareste questa cosa a mente serena?

Nonostante ci siano stati alcuni problemi di suicidio in passato, le autorità norvegesi hanno deciso di non installare recinzioni o altri dispositivi di sicurezza, per non sminuire la bellezza naturale del sito; inoltre sarebbe impossibile recintare tutta la “natura pericolosa” in Norvegia.

Il problema non è la Natura, ma la Natura dell’uomo.

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Cosa vedere a Liverpool

Liverpool è famosa al grandissimo pubblico principalmente per 2 cose e mezzo: i Beatles, il calcio e il Titanic. Poi vi spiego perché il Titanic vale “mezzo”.

Il tour che segue è tarato su 3 giorni con 2 giorni utili per visitare la città.

Si può arrivare a Liverpool sfruttando il suo comodo aeroporto oppure atterrando all’ infernale aeroporto di Manchester (personalmente lo reputo uno dei peggiori in cui sono stato).

Se optate per la seconda opzione, risparmiate qualcosa volandoci su con Ryanair e una volta la, una breve tratta in autobus vi porta direttamente al centro di Liverpool.

Cosa vedere a Liverpool

Dirigetevi subito verso il Mersey, la zona che affaccia sul fiume è certamente la più affascinante e ricca di luoghi di interesse. Potete cominciare visitando il Museum of Liverpool oppure io consiglio vivamente l’ingresso (a costo zero) al Museo Marittimo.

Qui troverete un’ala interamente dedicata alla storia del Titanic, un’altra aerea dedicata al Mauritania e tante aree tematiche per ripercorrere la lunghissima e celebre storia marittima della città. Concludete la serata con una passeggiata lungo il fiume.

Spostatevi poi più a sud verso il Royal Albert Dock, in mattinata visitate i 2 Musei più importanti della città: la Tate Liverpool (sede distaccata della Tate Gallery di Londra) che contiene interessanti opere di arte contemporanea e l’imperdibile museo dei Fab-Four: “The Beatles Story”. Concedete a quest’ultimo almeno un paio d’ore, il biglietto è molto costoso ma vi assicuro che ne vale totalmente la pena, anche se non siete fan sfegatati del gruppo inglese.

Passeggiate verso il centro della città passando per i bellissimi palazzi della zona del porto (ricordo che l’intero sistema portuale della città è dichiarato Patrimonio UNESCO). Andate a bervi qualcosa al mitico Cavern Club, luogo con una storia molto bella e curiosa. E’ famoso per aver ospitato centinaia di volte i Beatles e molti altri famosi gruppi del periodo. Trascorrete la serata in uno dei famosi pub del centro. Liverpool è una città molto viva e chiassosa la sera.

Infine dedicate una mezza giornata all’imponente Cattedrale della città

Domande & Risposte 

  • Se vi state chiedendo il motivo per il quale sul Titanic c’era la scritta “Liverpool”, dovete sapere che  la città era solo il porto di registrazione  e ovviamente il luogo dove aveva sede la società che lo gestiva (White Star Line). La nave venne costruita a Belfast. I bacini di carenaggio di Liverpool tutt’ora visibili non erano sufficientemente grandi.
  • Periodo migliore per andarci? Noi ci siamo stati anche per Capodanno, temperatura tollerabile ma piove spesso.

Curiosità

  • Il Royal Liver Building è un bellissimo grattacielo costruito tra il 1908 e il 1911 è il secondo edificio più alto della città ed è stato il più alto d’Europa dal 1911 al 1932,
  • La cattedrale di Liverpool è semplicemente ENORME, è l’ottava più grande cattedrale del mondo
  • Del Cavern Club originale non rimane quasi nulla, venne in parte demolito; Riaprì il 26 aprile 1984, in una vera e propria riproduzione del vecchio locale, con addirittura gli stessi mattoni.

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Venezia e il Canaletto {Panorami d’Arte}

Non mi sono mai particolarmente interessato alla pittura e in generale dell’arte del ‘700,  ma ci sono alcune eccezioni.

Una di queste è il Canaletto, famoso principalmente per le sue eccezionali ed evocative vedute di Venezia, una delle mie città italiane preferite.

Era un vedutista, le sue opere erano caratterizzate da una perfezione estrema nella riproduzione dei dettagli e soprattutto da un’ accurata resa cromatica dell’atmosfera.

Vedendo un quadro del Canaletto pare quindi di esser li, a Venezia, nel 1700.

Per perfezionare il risultato utilizzava talvolta una tecnica prettamente “fotografica”, la camera oscura. In questo modo riusciva a riprodurre fedelmente le geometrie e le prospettive.

Le opere del Canaletto sono una sintesi fenomenale di molte cose che mi affascinano: Venezia, la precisione nei dettagli, la cura delle geometrie nelle fotografie e il realismo cromatico.

Uno dei miei quadri preferiti del Canaletto è questo:

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Campo Santi Giovanni e Paolo e Scuola Grande di San Marco, 1725, olio su tela, 125×165cm

Il Campo Santi Giovanni e Paolo è una delle “piazze” più grandi di Venezia, si trova al confine del sestiere di Castello, e mi ha sempre attirato particolarmente per il bellissimo edificio della Scuola Grande di San Marco (centro del quadro).

Ogni volta che vado a Venezia posso anche non passare per piazza San Marco ma sicuramente non manco di trascorrere un po’ di tempo in questo Campo.

L’ultima volta ci son stato di sera, vi invito veramente almeno una volta a farvi un giro dopo cena in alcuni dei punti meno battuti, Venezia al buio ha un fascino forse ancora superiore a quello che ha durante il giorno.

Dopo una giornata trascorsa nella ressa di turisti, qui non c’era nessuno.

Ho scattato una foto.

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Mostre in Corso

CANALETTO E VENEZIA

Dal 23 febbraio al 9 giugno 2019 – Venezia – Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

Il Settecento veneziano con le sue luci e ombre si snoda lungo le sale di Palazzo Ducale, nel racconto di un secolo straordinario e del suo protagonista: Giovanni Antonio Canal, il Canaletto.

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Lago di Bled {PostCards}

Se non mai stati in Slovenia vi consiglio di partire col tour classico del paese che prevede la visita di Postumia, Lubiana e Bled. Non resterete delusi.

Al confine con l’Italia, la Slovenia è una nazione che offre ai suoi visitatori una grande varietà di scenari e di possibilità culturali, nonostante le dimensioni piuttosto ridotte.

La minuscola capitale Lubiana è una città unica nel suo genere, con un bellissimo centro storico che combina elementi architettonici di periodi e stili diversi.

Ci si potrebbe tranquillamente passare una bellissima settimana in primavera o in estate se siete amanti del relax e degli sport in montagna.

il Lago di Bled è probabilmente la località più conosciuta e visitata della Slovenia, un piccolo specchio d’acqua circondato da montagne, spettacolare. Nel centro del lago c’è un’isoletta con una chiesa, ci si può arrivare attraverso le piccole imbarcazioni che trovate sull’anello ciclabile che circonda il lago. Volendo potete visitare lo scenico castello arroccato sui monti circostanti.

Noi ci siamo stati a Novembre, il tempo non è stato clemente, in compenso, la magia dei luoghi rimane inalterata:

La bellissima e scenografica Isola di Bled con la chiesetta

Consigli & Facts:

  • Evitate la visita al castello di Lubiana, ristrutturato in maniera oscena e insensata.
  • Se come il sottoscritto siete amanti della StreetArt a Lubiana trovate un quartiere fantastico: Metelkova (ne parlerò su queste pagine in futuro)
  • I ristoranti sono per lo più molto economici rispetto agli standard italiani, non posso non consigliarvi un pasto da: Druga Violina, in centro a Lubiana. Prenotate in anticipo, è sempre pieno. E’ famoso anche tra la gente del posto per l’ottima qualità e i prezzi decisamente popolari (Pasti completi a 5€). Il locale offre piatti sloveni tradizionali e tra il personale ci sono anche persone con disabilità.
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Panorami Cosmici: Matera {Videolog}

“Arrivai ad una strada che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera”

e ancora:

“Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante.”

Cosi scriveva Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli“.

Parole che pesano come macigni e descrivono con una potenza straordinaria l’origine della parabola che porta Matera da vera e propria vergogna nazionale a patrimonio Unesco e poi a Capitale Europea della Cultura 2019.

Nel video che segue ho raccolto alcuni dei panorami più belli sui sassi ma vi assicuro che rendere il fascino unico e malinconico di questa spettacolare città è per molti versi una sfida persa in partenza.

Consigli e Curiosità:

  • I sassi di Matera sono di proprietà demaniale e fino a 20-30 anni fa erano totalmente disabitati. Abbandonati a se stessi.
  • Nel 1952 lo stato italiano impose ai 2/3 degli abitanti dei sassi (17000 persone) di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni.
  • Consiglio una visita al Palombaro Lungo, una storia incredibile. E’ una enorme (ENORME) cisterna scavata nel ‘700 per la conservazione dell’acqua. Successivamente caduta in disuso è stata murata e dimenticata senza chiuderne la falda che la alimentava. Negli anni ’90 nel corso di alcuni scavi è stata scoperta, quasi piena d’acqua. Fino a quel momento, Matera ha quindi convissuto inconsapevolmente con una bomba da 5 MILIONI di litri d’acqua pronta ad esplodere. Oggi è stata svuotata ed è totalmente visitabile.

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La pazzesca vista sul Gruppo delle Odle dal Seceda

Personalmente inserisco i panorami delle dolomiti italiane nella top-5 dei panorami naturali più belli del mondo.

Bella scoperta direte voi, eppure io azzardo di più, le paragonerei persino alla vista sul Gran Canyon per la quale sicuramente spenderò in futuro due parole su questo sito.

Le dolomiti italiane sono ogni volta una scoperta, ogni volta un mondo nuovo, sono pazzesche viste la mattina e sono totalmente diverse viste al tramonto.
Tra i tanti “panorami cosmici” come mi piace definirli oggi vi racconto della impressionante vista sul gruppo delle Odle la cui cima più alta è il Sass Rigais, a pari merito con la cima della Furchetta, entrambe raggiungono la quota di 3.025 metri.
Il gruppo delle Odle come dice Wikipedia, è una catena montuosa delle Dolomiti che assieme al gruppo del Puez costituisce la maggior parte del territorio del parco naturale Puez-Odle, contornato dalla val Badia, val Gardena e val di Funes, in Alto Adige.
E’ ovviamente una meta molto ambita ed è stata fotografata dai migliori artisti mondiali che riescono a fare cose tipo questa o tipo questa, per dire.

Nel mio piccolo sono partito la mattina presto, arrivare a scattare questa fotografia è relativamente semplice, le alternative sono molte ma vi lascio le due più battute:
– Da Ortisei, funivia Ortisei->Funes poi la Funes -> Seceda, volendo la seconda parte d’estate la potete anche fare a piedi se siete allenati o volenterosi
– Da Santa Cristina, funivia Col Raiser, breve tratto a piedi, quindi prendere la funivia Fermeda
Entrambe i percorsi attraversano luoghi fantastici, ideali per trascorrere una giornata tra le nuvole.
Arrivati alla Croce del Seceda, il punto più alto si gode di un panorama mozzafiato a 360°, trovate anche una installazione circolare che vi illustra tutte le cime che trovate attorno a voi.

Da qui una breve camminata conduce al punto panoramico sul gruppo, con verdi prati dove stendersi e godersi la vista.
In secondo piano, in ombra, le 3 torri di Fermeda con la caratteristica forma oscura ed enigmatica, subito dietro le cime del Sass Rigais e del Furchetta, per una vista che incanta e assorbe totalmente, imponente e sterminata. Bomba.

seceda

Seceda . Val Gardena . Italia . Agosto 2018

Informazioni Pratiche:

La soluzione più comoda è la combinazione
CABINOVIA ORTISEI – FURNES + FUNIVIA FURNES – SECEDA
Il costo di un biglietto andata e ritorno è di 32€ per adulto ma è proporzionato alla dimensione dell’impianto lungo più di 4km e mezzo.

Vi lascio una mappa per orientarvi:

Panorama Seceda

Ci trovi anche qui:

Fai un salto sul nostro nuovo blog e scopri tutti i nostri consigli per organizzare al meglio il tuo prossimo viaggio!

 

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Panorami di Porto {Videolog}

È quasi impossibile decidere cosa amare di più di Porto.

Rimarrete subito conquistati dalla grandiosità degli edifici coperti di piastrelle colorate (azurejos) che fiancheggiano ogni strada. Nello scoprire la città l’atmosfera rilassata e carismatica della gente del posto vi farà sentire come a casa. 

Se poi vi dico “Porto” voi subito pensate al vino, giustamente, gran parte della proposta turistica della città verte proprio sull’ottimo vino liquoroso ma vi assicuro che c’è molto altro da vedere.

Una città vibrante, i bellissimi panorami, gli ottimi ristoranti e il comodissimo aeroporto sul quale potete volare veramente per due soldi, fanno di Porto una meta ideale per un weekend lungo.

Evitando i mesi invernali ed essendo particolarmente fortunati col vento non dovreste aver alcun problema di meteo.

Noi ci siam stati nei 3 giorni più disastrati e piovosi dell’anno probabilmente.

Il tempo non era quindi adatto per fare le belle foto cosi, ho fatto un video, raccogliendo i migliori panorami della città.

Ci ho messo una musichetta talmente soft che se ci bevete una cioccolata calda mentre lo guardate vi scalda il cuoricino.

Ricordo sempre il primo viaggio a Porto per esser stato uno dei rientri più traumatici della mia vita, abbiamo il volo alle 7 di sera di Domenica, il tempo fuori è da lupi.

Superando la pioggia battente e il vento oltre i 60km/h arriviamo all’aeroporto e notiamo come il volo che doveva portarci a casa era già in ritardo di 2 ore causa neve all’aeroporto di partenza.

Gli aerei non riescono ad atterrare per la tempesta, la scena dei tentati atterraggi me la ricorderò per sempre: arrivati a pochi metri dalla pista venivano sballottati come se fossero ramoscelli per poi riprendere quota, non oso immaginare la paura dei passeggeri.

E’ quasi l’1 di notte quando veniamo messi sulla pista sotto l’acqua ad aspettare mezz’oretta perché l’aereo stava arrivando ma l’aeroporto stava chiudendo. Ci imbarchiamo e dopo un decollo da brividi, arriviamo a Bergamo alle 3 di notte sotto la neve. Strade completamente bianche, prendiamo la macchina per poi arrivare a Mantova alle 5 ad una velocità media di 50-60 km/h.

Alle 8 ero al lavoro.

Lunedì top.

Consigli e Curiosità:

  • Se potete, evitate Dicembre e Gennaio
  • Il famoso ponte che collega Porto a Vila Nova de Gaia (Ponte Dom Luís) è una delle icone della città, e basta vederlo per capire che è stato progettato da Eiffel, si quello della torre
  • Gran parte dei locali che offrono le degustazioni di Porto non si trovano a Porto, ma a Vila Nova De Gaia, sull’altra sponda del Douro.
  • La città è colonizzata dal mitico brand di Porto: Sandeman

Porto . Portogallo . Dicembre 2017

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Bristol e Banksy { Photolog }

Nonostante si sappia ancora poco sulla sua vita e identità (ci son molte teorie ma nulla di confermato) una cosa è certa, Banksy è nato a Bristol.

La città inglese è stata di fatto  la sua prima tela e conserva ancora oggi molte testimonianze dei suoi primi lavori.

Se come me siete amanti della street art, Bristol è una tappa obbligatoria, uno di quei luoghi che non potete farvi mancare.

Nel quartiere Montpelier trovate il famosissimo  “Take the money and Run“, ancora oggi ben conservato se considerate che è datato 1997.

Sono particolarmente contento di averlo fotografato, è considerato di fatto  una delle prime opere di Banksy (ha collaborato con altri due famossissimi street artist di Bristol, Inkie e Mode2)

banksy bristol

In zona Stokes Croft trovate molto facilmente anche il “The Mild Mild West

Mentre in zona cattedrale il Well Hung Lover

Nel museo M-Shed conservano il “Grim Reaper”. Sostanzialmente han staccato il pezzo di nave su cui l’artista aveva dipinto il famoso teschio.

Tutti i riferimenti completi li trovate sul sito ufficiale del turismo di Bristol.

 

Bristol è una buona idea per un weekend alternativo, ha un bellissimo centro storico ed è girabile totalmente a piedi.

Ci potete arrivare direttamente con voli Ryanair o Easyjet dai principali aeroporti italiani.

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Les Baux de Provence, il borgo antico delle Alpilles

La Provenza è una regione magnifica, in particolare, nel periodo di fioritura della lavanda acquisisce una fascino quasi fuori dal mondo.

La fioritura della lavanda è tipicamente estiva, in generale dal mese di giugno fino a settembre inoltrato. Riconoscibile dal singolare profumo, la lavanda regala una fioritura molto appariscente e scenica, ideale per le bellissime fotografie di paesaggio. L’effetto risulterà più notevole  nei campi di grandi dimensioni: nella zona francese della Provenza, dove si trovano le più ampie distese per la coltivazione della lavanda, si assiste a splendide colline sterminate, dalla tipica colorazione viola.

Al centro di questa fantastica regione posta a Sud della Francia, troviamo un paesino fortificato tutto da scoprire, Les Baux-de-Provence.

Il piccolo borgo offre incantevoli vicoli lastricati, inserito nell’ affascinante cornice delle Aplilles, grazie alla sua posizione offre una vista spettacolare sulla valle circostante.

Arrivati all’ampio parcheggio a pagamento disponibile alle porte della città ci prendiamo una mattinata per scoprire la zona ricca di artigiani e scorci incantevoli.

La fortuna vuole che, essendo mattina presto, le ripide stradine sono per lo più deserte, in questi momenti si percepisce la magia di questi posti, un’oasi per la mente.

Les Baux-de-Provence

Consigli & Facts:

  • Arrivate al paesino la mattina presto, poi si riempie di turisti, in particolar modo nel periodo di fioritura della lavanda;
  • Nella zona di Les Baux-de-Provence trovate FANTASTICI campi di lavanda;
  • Poco distante, a Saint-Rémy-de-Provence si trova il famosissimo Monastery Saint-Paul de Mausole dove Van Gogh trascorse parte della sua vita e dove realizzò alcuni dei suoi quadri più famosi. Nel monastero (ospedale) trovate un notevole percorso dedicato all’artista. La location offre inoltre spunti incredibili per la fotografia paesaggistica grazie al campo di lavanda adiacente al monastero.

Les Baux-de-Provence . Giugno 2016

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Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia {Panorami d’Arte}

Sono passati circa 14 anni dalla prima volta che vidi una mostra di Van Gogh, ero alle superiori e ci portarono in gita in quel di Brescia, al museo di Santa Giulia.

Ricordo pochissimo di quella giornata grigia ma ci sono cose che rimangono indelebili, la pazzesca tonalità di uno dei girasoli presenti in mostra e il blu intenso del cielo dello sfondo del cipresso.

La mostra si intitolava appunto “L’avventura del colore Nuovo” combinata con Paul Gauguin, grandissimo amico di Van Gogh.

Figlio della scuola realista con il suo “i Mangiatori di Patate“, il suo primo capolavoro datato 1885, demolisce i dogmi della pittura del suo tempo.

Estremo riassunto di tutti gli elementi che faranno di lui un artista rivoluzionario. Osservatelo bene, non esprime il fascino della vita rustica ma una semplice cena povera, il colore predominante è marrone sterco, scuro come le sue prime tele, talmente spesso e pastoso che il quadro sembra quasi scavato nella tela, è quindi la perfetta unione tra pittore e soggetto, mentre dipinge si sente contadino.

Da allora la svolta nella sua arte che, nonostante la collaborazione col fratello mecenate Theo, non trovava acquirenti. Non smette mai di dipingere, 864 tele in meno di 10 anni e più di 1000 disegni per una produzione che ha del maniacale.

La natura della sua arte, ha suscitato grandi controversie, alcuni sostengono esser totalmente originata dalla pazzia che gradualmente consumava l’artista. Io preferisco vederla in altri termini, l’arte era più un suo rifugio dal mondo che non lo comprendeva, dalla solitudine, dall’epilessia dilagante; l’estrema cura e complessità rilevabile nelle sue tele smentisce ogni forma di perplessità riguardo il suo stato mentale, nel suo lavoro si legge il pieno controllo dell’opera, del colore e del dosaggio.

Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia

Il periodo finale della sua vita è considerato il periodo più tormentato ma anche il più prolifico dal punto di vista artistico.

Van Gogh si trasferì ad Arles (sud della Francia) il 20 febbraio del 1888, aveva 34 anni, folgorato dall’intensità della luce provenzale. Nel paese trovate un interessantissimo percorso tematico su Van Gogh che vi conduce nei luoghi dei suoi quadri più importanti (Notte Stellata su Rodano per citarne uno).

Tra tutti i quadri inclusi all’interno del percorso quello che più mi ha emozionato è stato sicuramente quello al ponte di Langlois, il quadro è parte di una serie di dipinti del 1888 ed era esposto alla mostra di cui ho scritto in apertura di post. Precisamente questo:

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Il ponte di Langlois, Vincent van Gogh, 1888, olio su tela 59×74 cm

Vi assicuro che trovarsi in un luogo ritratto da un dipinto famosissimo è una cosa molto emozionante, anche se non siete amanti dell’arte.

Il ponte in oggetto è intatto, immacolato e calato ancora nel suo contesto.

Van Gogh si toglie la vita 2 anni dopo, a 37 anni sparandosi all’addome, dopo aver già provato diverse volte il suicidio mangiando la sua stessa pittura dai tubetti.

La storia straziante, triste, di un genio, con una sensibilità incredibile, una visione rivoluzionaria; è la vittoria dell’arte, della sua arte, sulla follia che lentamente l’ha consumato fisicamente ma mai nel suo modo di vedere il mondo.

Curiosità

  • Ritratto del dottor Gachet è il quadro più costoso di Van Gogh, battuto all’asta per 82.5 milioni di dollari, attualmente il suo valore si aggira sui 135 milioni di dollari.
  • Arles è una città romana con ben 112 siti che dal 1981 sono patrimonio Unesco. L’anfiteatro, Il teatro antico Augusto, I criptoportci del Foro, le Terme di Costantino. Troviamo poi gli Alyscamps, necropoli cristiana, con il viale immortalato da Van Gogh.

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