un log di viaggio

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Il Todai-ji di Nara { PhotoLog }

Il Todai-ji è semplicemente monumentale, talmente grandioso da oscurare gran parte delle bellezze che trovate in Giappone.

Abbiamo avuto la fortuna di vederlo totalmente illuminato nella serata del Nara Tokae Lantern festival, un enorme privilegio dato che normalmente chiude alle 17.

L’ingresso in questo caso era gratuito e c’era talmente poca gente che non potevamo crederci.

Nara durante la giornata viene totalmente invasa da migliaia di persone ed è difficile viverne la magia. Qui erano le 8 di sera e il complesso era quasi tutto per noi.
La sala principale del Todai-ji è la costruzione in legno più grande del mondo e contiene una enorme statua in bronzo del Buddha, potete intravedere la testa del Buddha dalla finestrella centrale del tempio in foto:

l’avete trovata?

Curiosità e Informazioni:

  • Il tempio è uno dei maggiori del Giappone e concentra gran parte delle scuole Buddiste. In passato era il centro delle Sei Scuole Buddista di Nara, il cuore del potere religioso del paese negli anni in cui Nara era pure capitale.
  • Nel 784, la capitale giapponese fu spostata da Nara a Nagaoka per ridurre l’influenza che il tempio aveva nei confronti del governo.
  • All’interno trovate una ricostruzione dell’originale complesso (distrutto e ricostruito più volte) che oltre ad essere molto più grande prevedeva anche 2 immense pagode ai lati, erano le più alte di tutto il Giappone (7 piani, oltre 100 metri), per comprendere la dimensione di queste torri attualmente trovate l‘antenna di una di queste nel parco.
  • Il festival delle lanterne di Nara è un’occasione unica per vivere il luogo in un contesto fantastico, capita al centro della settimana dell’Obon (la festa dei morti) che è circa a metà Agosto.
  • Il parco di Nara è invaso da migliaia di Cervi bellissimi, fate attenzione e rispettate gli animali,

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Forza e Magia del Monte Fuji (Fujisan)

Alloggiando a Tokyo, avevamo riservato al “Day-Trip” per il monte Fuji una slot di 3 papabili giorni, intercambiabili sulla base della visibilità.

Dopo due giorni di nuvole, non ci restava che partire per Kawaguchico nel terzo e ultimo giorno disponibile, ultima spiaggia.

Arrivati alla stazione troviamo un intenso muro di foschia a nascondere il Fuji e questo è un bel problema se ci sei andato apposta e se in quella zona il 90% delle attività sono “fuji-centriche”. La gentilissima signora del centro visitatori ci ha però  incoraggiato sul restare in zona in quanto secondo la sua esperienza esisteva una concreta possibilità  di miglioramento.

Non so cosa glielo facesse credere, la giornata era da lupi, sembrava novembre con annesso grigiore e nuvolotti neri diffusi. Insomma una di quelle giornate veramente grigie, senza appello.

Con “rinnovato entusiasmo” nel pomeriggio prendiamo il treno per la famossima Pagoda Chureito di Fujiyoshida che offrirebbe una spettacolare vista sul Fuji ma si trova in cima a un piccolo monte e per raggiungerla occorre salire 400 scalini.

E’ quasi sera ma decidiamo di procedere salendo le interminabili scalinate nonostante il tempo non accenni a migliorare, se non è dedizione e fiducia questa.

La cosa assurda di quella giornata particolare che me la farà ricordare per sempre è che, dopo una ore di delusioni e speranze, tutte le nuvole si sono miracolosamente dissolte lasciandoci davanti ad un tramonto pazzesco che anche nella foto non si capisce quanto è bello.

Incredibilmente,  dopo 30 [trenta] minuti, è tornato il grigio e la foschia.

Non so quale entità superiore abbia guidato la nostra giornata ma di certo, è stato quasi magico.

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Il Preikestolen {PhotoLog}

Il Preikestolen è una vertiginosa falesia alta più di 600 metri a picco sul Lysefjord nella Norvegia Meridionale.

Per la sua caratteristica forma geometricamente assurda e per lo spettacolare panorama che offre, il “Pulpito di Roccia” è una delle principali mete escursionistiche d’Europa.

La vista dalla Preikestolen è pazzesca e il fatto che non esistano protezioni rende l’escursione ancora più magica e potente. Il luogo è un po’ la sintesi della bellezza di un viaggio nei fiordi Norvegesi e lo inserirei quantomeno nelle cose da fare una volta nella vita.

L’escursione

Il percorso è catalogato come “Rosso” ma non è molto impegnativo se siete discreti camminatori, il problema principale sta nel fatto che è in buona parte composto da “gradoni” di pietra, più che un piacevole sentiero escursionistico pare quindi a mio modestissimo parere una vera e propria via crucis (in particolare nello scendere). Giudizio pesantemente condizionato anche dal fatto che, essendo una delle mete top in Norvegia, è sempre pieno di gente con ritmi diversi e soprattutto sensibilità al contesto diverse.

Mi sento quindi di consigliarvi l’utilizzo di un abbigliamento adeguato per fare una normale escursione in montagna, scarpe antiscivolo e indumenti pronti ad ogni evenienza. Il percorso è ben segnalato e pieno di gente, è impossibile perdersi.

Arrivati al pulpito ci si dimentica alla svelta della fatica e la prima sensazione che si prova è un brivido lungo la schiena e una forte vertigine.

Vi sembrerà patetico ma avvicinarsi al bordo è mentalmente complicato, si ha la percezione totale del vuoto e della maestosità della parete verticale su cui ci si trova, l’approccio quindi è annebbiato e inizialmente disturbante.

Per quanto mi riguarda non ci son riuscito, molti lo facevano da sdraiati esponendo solo la faccia a fatica, altri invece intrepidamente si sedevano sul ciglio del precipizio per scattarsi il selfie della vittoria. Poi vi dico la mia opinione a riguardo.

Accettando l’idea di sedersi a un metro di distanza si viene rapidamente assorbiti dalla calma e dalla lentezza del panorama, serve un po’ di fortuna nel trovare una bella giornata di sole (a volte è cosi, per dire).

Il spettacolo della Natura in uno dei suoi luoghi più espressivi. Indimenticabile.

Consigli e Curiosità:

  • E’ una delle  falesie più alte d’Europa. Tra le tante è sicuramente quella più impressionante.
  • Il periodo migliore per visitare il Preikestolen va da aprile a ottobre.
  • Considerate che ci vogliono mediamente dalle 2h alle 3h per salire. Ci tengo a precisare che NON è una passeggiata domenicale, richiede un certo dispendio di energie.

Il Preikestolen e il suo problema: la gente.

A causa della naturale esposizione estrema e del poco rispetto che gran parte dei turisti portano al luogo, considero il Preikestolen uno dei posti più pericolosi del mondo.

Molta gente sale in jeans e scarpe da ginnastica solo per scattarsi una foto coi piedi all’aria sopra un vertiginoso burrone di 600 metri.

Io non ho la presunzione di commentare questi gesti ma sicuramente non vi proporrò di farlo. Potete tranquillamente godervi il panorama da posizioni di sicurezza, vi assicuro che è equivalente.

Per quanto riguarda i selfie estremi che van un sacco di moda, la verità è che non esiste alcuna differenza tra il Preikestolen e il tetto della Shanghai Tower (ad esempio). Anche se non soffrite di vertigini non potete sapere come il vostro corpo reagirà di fronte a un tale scompenso. L’esito potrebbe essere tragico, sbilanciarsi in quel punto equivale a morire. Continuando con la similitudine della Shanghai Tower, la domanda da porsi è: fareste questa cosa a mente serena?

Nonostante ci siano stati alcuni problemi di suicidio in passato, le autorità norvegesi hanno deciso di non installare recinzioni o altri dispositivi di sicurezza, per non sminuire la bellezza naturale del sito; inoltre sarebbe impossibile recintare tutta la “natura pericolosa” in Norvegia.

Il problema non è la Natura, ma la Natura dell’uomo.

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L’anima di South Beach – Miami {Photolog}

Situata fra la 1st e la 25th di Miami Beach, South Beach è la spiaggia più frequentata e famosa di Miami. una vera e propria istituzione che ha fatto da sfondo a centinaia di film e serie tv (Miami Vice, Scarface per dirne due) e ricalca perfettamente lo stereotipo che tutti noi  abbiamo quando pensiamo a “Miami”: Clima tropicale, Palme, Sole, Mare, Locali alla moda, gente strana e corpi scultorei in spiaggia.

South Beach trasmette un’atmosfera straordinaria, quasi magnetica.

Dopo qualche giorno nel “piccolo” distretto dell’Art Déco District di South Beach (dove abbiamo soggiornato noi) avrete la sensazione di sentirvi in una grande festa tra amici.

Col suo fascino retro e un ritmo da blanda cittadina balneare è un posto veramente per tutti, io lo definirei quasi popolare e democratico, ricco di locali, vita mondana e soggetti oltremodo curiosi ma allo stesso tempo pieno di famiglie di lations che si accampano sulla enorme spiaggia piena di servizi e attività.

A South Beach c’è spazio per tutti.

Per quanto son riuscito a capire Miami Beach penso che la bellissima zona dell’Art Deco sia il vero cuore e la vera anima della città, uno spaccato perfetto della cultura e della vita del luogo. E’ un’area principalmente residenziale ma c’è una varietà di proposte che va dai negozi di cianfrusaglie fino alle boutique di alta moda, dai grandi magazzini ai piccoli market sudamericani, dagli ottimi ristoranti cubani alle tavole calde e lussuosi ristoranti della Lincoln. Tutto in poco più di 3km quadrati.

Vita da spiaggia e non solo

La quotidianità scorre lenta, in spiaggia si scende di norma per le 11 ma a causa del jetlag i primi giorni negli stati uniti equivalgono sempre ad una sveglia naturale alle 4-5 di mattina.

Abbiamo preso l’occasione per vedere una delle cose più belle di Miami Beach, la sua famosa alba sulle torrettecustomizzate dei guarda-spiaggia.

Passiamo rapidamente per i bellissimi neon del Majestic e del Colony , poi per l’Avalon, non c’è anima viva in giro e l’atmosfera è da pelle d’oca. Arriviamo allo spettacolare Lummus Park ed entriamo in spiaggia (l’area balneabile apre alle 5 e chiude la sera).

Attendiamo l’alba con la felpa addosso e un gruppetto di poche persone in silenzio.

Tutto molto bello.

Consigli e Curiosità:

  • A Miami, il 45 % della popolazione è costituito da ispanici, i latinos sono quindi la maggioranza etnica e la lingua più comune è lo spagnolo, non l’americano.
  • South Beach è una delle più famose location per set fotografici di moda. Approssimativamente 1.500 modelli vivono nell’area rendendola una delle capitali americane del settore.
  • Scarface, il famosissimo film con Al Pacino è stato in gran parte girato a Miami Beach, la comunità cubana, tuttavia, contestò la cattiva immagine ad essi attribuita nel film. Dopo aver ricevuto persino delle minacce, la produzione si spostò sulla West Coast. Le scene girate a Miami si svolsero sotto la protezione di guardie del corpo.
  • A Miami Beach ci sono più di 800 edifici in stile Art Deco 
  • Miami Beach è un gigantesco polo multiculturale, non importa di che razza sei o che lingua parli.
  • Potendo scegliere, il periodo migliore per andare a fare vita da spiaggia è tra Marzo e Maggio (temperature ottime e zero precipitazioni), ultimamente ci sono molti problemi in estate e anche l’inverno non è poi cosi caldo.

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Venezia e il Canaletto {Panorami d’Arte}

Non mi sono mai particolarmente interessato alla pittura e in generale dell’arte del ‘700,  ma ci sono alcune eccezioni.

Una di queste è il Canaletto, famoso principalmente per le sue eccezionali ed evocative vedute di Venezia, una delle mie città italiane preferite.

Era un vedutista, le sue opere erano caratterizzate da una perfezione estrema nella riproduzione dei dettagli e soprattutto da un’ accurata resa cromatica dell’atmosfera.

Vedendo un quadro del Canaletto pare quindi di esser li, a Venezia, nel 1700.

Per perfezionare il risultato utilizzava talvolta una tecnica prettamente “fotografica”, la camera oscura. In questo modo riusciva a riprodurre fedelmente le geometrie e le prospettive.

Le opere del Canaletto sono una sintesi fenomenale di molte cose che mi affascinano: Venezia, la precisione nei dettagli, la cura delle geometrie nelle fotografie e il realismo cromatico.

Uno dei miei quadri preferiti del Canaletto è questo:

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Campo Santi Giovanni e Paolo e Scuola Grande di San Marco, 1725, olio su tela, 125×165cm

Il Campo Santi Giovanni e Paolo è una delle “piazze” più grandi di Venezia, si trova al confine del sestiere di Castello, e mi ha sempre attirato particolarmente per il bellissimo edificio della Scuola Grande di San Marco (centro del quadro).

Ogni volta che vado a Venezia posso anche non passare per piazza San Marco ma sicuramente non manco di trascorrere un po’ di tempo in questo Campo.

L’ultima volta ci son stato di sera, vi invito veramente almeno una volta a farvi un giro dopo cena in alcuni dei punti meno battuti, Venezia al buio ha un fascino forse ancora superiore a quello che ha durante il giorno.

Dopo una giornata trascorsa nella ressa di turisti, qui non c’era nessuno.

Ho scattato una foto.

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Mostre in Corso

CANALETTO E VENEZIA

Dal 23 febbraio al 9 giugno 2019 – Venezia – Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

Il Settecento veneziano con le sue luci e ombre si snoda lungo le sale di Palazzo Ducale, nel racconto di un secolo straordinario e del suo protagonista: Giovanni Antonio Canal, il Canaletto.

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Strade senza fine, la Death Valley

Siamo stati nella Death Valley in Agosto, chi tra voi ha avuto la stessa esperienza comprende bene il disagio che sto per descrivere.

Per gli altri, ve la faccio breve, visitare la Death Valley in un giorno d’agosto è come entrare in un forno, letteralmente. Il caldo è terrificante e non venitemi a dire “eh ma anche a Milano in città ad agosto si soffoca”, No!

La sensazione stando fuori dall’auto è talmente sgradevole e pesante che il respiro diventa lento ed affannoso, la testa gira facilmente e anche muovere 10 passi pare un’impresa titanica. Insomma, non ci si riesce a stare e vedere persone addentrarsi su dune di sabbia o in sterminate saline in queste condizioni mi ha fatto veramente paura.

Nonostante ciò, credo sia un luogo magico, alieno, ci tornerei altre dieci volte, anche col caldo.

Agosto non è esattamente il periodo migliore per approcciare questo tipo di esperienza, le stagioni intermedie permettono di fare brevi escursioni molto interessanti, durante il periodo estivo “visitare” il parco equivale ad una cosa di questo tipo:

Auto -> Tanta strada dritta -> Posto da vedere -> Scendi 10 Min -> Torna in Auto -> Tanta Strada dritta -> Posto da vedere -> Scendi 10 Min -> Torna in Auto -> Tanta Strada dritta … e cosi via

Va quindi tutto calcolato bene in anticipo, soprattutto fate benzina appena prima di entrare, portatevi acqua e cibo, passano veramente pochissime auto e avrete la sensazione di essere una goccia nell’oceano, sommersi dalla vastità del posto.

Noi siam partiti un po’ scarsi col cibo salvo rendercene conto all’interno del parco, un po’ tardi. Ci siam dovuti fermare in un posto assurdo a comprare barrette di cioccolato, ma questa è un’altra storia.

Arrivando da Lone Pine, non abbiamo incontrato grosse difficoltà nel trovare i punti di interesse, la valle è attraversata da una UNA- Strada, che incrocia l’altra unica – UNICA – strada nei pressi di Furnace Creek, l’unico “paese” della valle.

Dopo aver visitato le dune di sabbia e aver percepito per la prima volta i 123°F che per semplificarvi la vita sono 51°C torniamo velocemente in auto per il successivo punto di interesse, Badwater, noto per essere convenzionalmente indicato come il punto più basso del Nordamerica (-86m).

Tante cose rimangono impresse della Death Valley, la prima l’ho citata prima, sentirsi veramente insignificanti, considerate che per passare questa depressione naturale servono ore di auto su strade infinite, delle quali non si vede la fine, un concetto difficile da spiegare che ho provato a bloccare in questa foto:

death valley

Consigli e Curiosità:

  • Leggete qualcosa sul mistero delle “rocce mobili“, fantastico
  • La valle è lunga 225 chilometri e larga in media 40 chilometri.
  • La vita animale è comune nella Valle della Morte, contrariamente a quel che si pensa. Non solo Uccelli, serpenti, lucertole ma anche Pesci e Crostacei
  • È possibile percorrere anche 200 chilometri senza trovare una stazione di rifornimento e in molti punti il telefono non prende
  • Nella Death Valley si è registrata la temperatura più alta mai raggiunta sulla Terra, 56,7 gradi centigradi.

Death Valley National Park . California .  Agosto 2016

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Vista Strip {Photolog}

Arrivare a Las Vegas per la prima volta è un’esperienza unica.

E’ una città nel mezzo del nulla cosmico, ti devi fare minimo 4/5 ore di auto attraversando deserti sterminati prima di arrivare.

Inoltre, una volta entrati in città non avrete una percezione immediata di quanto sia esagerata, sulle enormi strade prima vuote e solitarie cominciano ad affacciarsi hotel stellari, visti in centinaia di film.

Passate accanto ad edifici tipo il Mandalaya Bay o tipo il Luxor, oppure alla famosa insegna e al Paris con la torre Eiffel prima di affiancare le fontane del Bellagio o il colossale Cesar Palace senza tralasciare il pacchiano Venetian.

Alla luce del giorno la città però perde molto del suo fascino.

Las Vegas diventa veramente Las Vegas dopo il tramonto quando tutto si accende, e quando dico tutto, intendo proprio tutto.

Passeggiando per la Strip la sera avrete una sensazione molto strana, dapprima disorientati, poi allucinati e sovrastati dai centinaia di input che il vostro cervello si troverà ad elaborare simultaneamente. Frenetica e colorata, quasi impossibile capirci qualcosa.

Nulla di tutto questo è però paragonabile a una delle più belle camera con vista nelle quali io sia stato.

Arriviamo alla enorme hall del mitico Treasure Island, uno degli hotel simbolo di Las Vegas. Dopo una coda alla reception in pieno stile Gardaland (l’hotel ha quasi 3000 Stanze) chiediamo umilmente una camera con vista strip (ce la possiamo permettere, Agosto è bassissima stagione a Las Vegas).

Per una volta ci è andata bene, era disponibile una sola camera vista strip al 21° piano.

Io ve lo dico, se passate da Las Vegas, toglietevi questo sfizio. Un panorama da perderci il sonno.

  Consigli & Facts:

  • Pensate che nella top 10 degli hotel più grandi del mondo, trovate ben 6 hotel di Las Vegas. il più grande nella città è il complesso del “the Venetian” che arriva alla immensa cifra di  7117 Camere.
  • Allargandoci un po’, nella top50 degli hotel più grandi del mondo, più della META’ si trovano a Las Vegas. Questo per darvi un’idea delle proporzioni titaniche delle strutture in questa città.
  • Se ci andate ad Agosto è bassa stagione, con un centinaio di euro vi fate una notte sulla Strip.
  • Ad Agosto fa un caldo apocalittico
  • Ogni hotel in realtà è un microcosmo a se, contiene un casinò dal quale normalmente non si riesce ad uscire, un centro commerciale, decine di ristoranti e poi si… anche le camere.
  • In giornata in auto potete arrivare al balcone sul Grand Canyon. (noi siam arrivati al Gran Canyon Village ma ve lo sconsiglio, è veramente eccessiva la strada)
  • Vicino a Las Vegas c’è la titanica Hoover Dam. La massiccia diga sul Colorado alta 210m.

Las Vegas . Nevada . Agosto 2016

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Santa Monica {Photolog}

In alcuni contesti particolari utilizzo una Instax mini 90.

Amo le tonalità fredde di queste pellicole, rendono ottimamente l’atmosfera del momento e poi c’è sempre quell’effetto sorpresa mentre viene sviluppata la foto.

Non sono particolarmente bravo ad utilizzarla, sono onesto, mi capita varie volte di dover rifare una foto perché troppo poco esposta o viceversa.

In questo caso mi è venuta bene subito e per quanto mi riguarda sintetizza molto bene l’attimo e il luogo.

Santa Monica Beach, un bel venticello e una spiaggia enorme poco affollata, il guarda-spiaggia che osserva l’infinito  nella sua torretta in pieno stile Baywatch.

Una delle “micro” foto a cui tengo di più.

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San Francisco e il Golden Gate Bridge {Photolog}

Volevo raccontarvi di quella volta che son andato per la prima volta a San Francisco, d’estate.

Abitando a Mantova ho molta familiarità con la nebbia, ecco, arrivare a San Francisco d’estate è un po’ come arrivare a Mantova a Novembre.

C’è sempre la nebbia, non piove mai e se sei fortunato riesci a vedere un po’ il sole nel pomeriggio. Il tutto è condito da una “leggerissima” brezza primaverile che ti conviene uscire col giubbetto e la sciarpa.

…e niente, io non me l’aspettavo esattamente cosi San Francisco.

Capite bene che riuscire a vedere il famoso Golden Gate Bridge in queste condizioni è questione di pura fortuna; è sempre circondato da una possente coltre di nebbia, tipo cosi, o cosi per intenderci.

A metà pomeriggio del nostro secondo giorno di permanenza  improvvisamente il cielo si apre, molliamo tutto, chiamiamo un UBER e ci facciamo portare al “Presidio”.

Rispetto a tutti i principali punti di interesse della città, il Golden Gate Bridge è defilato, bisogna andarci apposta, indipendentemente da dove vi trovate io vi consiglio un UBER o un Taxi.

Il  punto dove tutti si fermano a fare le foto è chiamato Crissy Field, da qui guardando a sinistra vedrete il ponte, mentre a destra noterete l’isoletta di Alcatraz. Volendo potete fare una passeggiata fino al forte che sta esattamente sotto il ponte , il Fort Point National Historic Site.

Arrivati al Crissy field vedrete il ponte in tutta la sua lunghezza, Il Golden Gate è un ponte mastodontico ed è una percezione difficile da spiegare a parole.

Noterete subito quanto la gigantesca struttura catalizzi lo sguardo, è di un arancio scuro quasi perfetto, calata in un contesto magnifico quasi come fosse una statua in un museo.

Mi son fermato semplicemente ad ammirarlo per una buona mezz’ora in silenzio nonostante il vento gelido.

Per avere un’idea delle proporzioni attendete che una nave porta container ci passi sotto.

E’ una struttura veramente eccezionale.

Consigli & Facts:

  • Quando è stato inaugurato era il ponte sospeso più lungo del mondo. Oggi occupa la decima posizione.
  • Complessivamente il ponte è lungo 2,71 km con una campata principale di 1 282 m. L’altezza delle due torri è 225 m sopra il livello dell’acqua e il diametro dei cavi della sospensione principale è di quasi un metro.
  • Pare sia veramente raro vederlo nelle condizioni che trovate in foto in piena estate.
  • Il colore del ponte è “universal orange” un colore molto usato nell’industria aerospaziale per segnalare ostacoli.
  • Il Golden Gate ha 6 corsie (tre per senso di marcia), 2 di queste sono dinamiche, la mattina il traffico in ingresso viaggia su 4 corsie e quello in uscita su 2, la sera viceversa.

Golden Gate Bridge . San Francisco . California . Estate 2016

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Come a Poncharello {Photolog}

Sigla!

A 10 anni io vedevo telefilm come questo, l’idolo della situazione era il poliziotto Poncherello e già a quell’età io sognavo di guidare su quelle strade leggendarie, come facevano i Chips.

La cosa parte quindi da molto lontano e nella mia testa le autostrade Americane son sempre state quelle li, carreggiate enormi con decine di corsie.

Oggi, a 29 anni, mi son messo in macchina, su sulla Interstate Freeway 405 di Los Angeles a 8 corsie per senso di marcia, mi son sentito troppo “Poncharello” ed era bello anche solo pensare di esser li.

Consigli & Facts:

  • Il traffico a Los Angeles è pazzesco, una cosa incredibile, pensate che si arriva a situazioni tipo questa, l’autostrada è la stessa che vedete in foto.
  • Gli americani si muovono tutti in macchina, i mezzi pubblici sono praticamente nulli a Los Angeles. Un giorno normale per fare la tratta Beverly Hills -> Downtown (15km) c’ho messo quasi 2 ore.

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