un log di viaggio

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Santa Monica: “THE Beach” {PostCards}

Sigla!

Situata ad ovest del centro di Los Angeles, la spiaggia di Santa Monica è innegabilmente l’icona delle spiagge Californiane del sud.

L’enorme spiaggia è divisa in 2 parti dallo spettacolare molo (Santa Monica Pier) che ospita un parco divertimenti, un acquario e alcuni ristoranti.
Il molo di Santa Monica oltre che essere un punto di riferimento per la spiaggia e la città è anche considerato come la fine della Route 66.

Consigli e Curiosità:

  • E’ parte del mega agglomerato urbano di Los Angeles (che, per inciso, è più grande della Valle d’Aosta).
  • Sul Pier un cartello indica testualmente “Route 66 end of the trail”
  • Come avete visto in sigla, la popolarissima serie tv anni 90 “Baywatch” è ovviamente ambientata in parte a Santa Monica
  • State in spiaggia fino a sera, l’indimenticabile tramonto dietro il pier di Santa Monica vi resterà dentro per sempre.

Photo Point:

  • Al tramonto, posizionarsi sulla spiaggia a sinistra del molo principale.
  • A Venice Beach trovate una mega piscina per Skater. Le foto in questa zona sono bellissime.
  • La ciclabile alle spalle della spiaggia è piena di fotogeniche palme

Santa Monica Beach . Los Angeles . Agosto 2016

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San Francisco e il Golden Gate Bridge {Photolog}

Volevo raccontarvi di quella volta che son andato per la prima volta a San Francisco, d’estate.

Abitando a Mantova ho molta familiarità con la nebbia, ecco, arrivare a San Francisco d’estate è un po’ come arrivare a Mantova a Novembre.

C’è sempre la nebbia, non piove mai e se sei fortunato riesci a vedere un po’ il sole nel pomeriggio. Il tutto è condito da una “leggerissima” brezza primaverile che ti conviene uscire col giubbetto e la sciarpa.

…e niente, io non me l’aspettavo esattamente cosi San Francisco.

Capite bene che riuscire a vedere il famoso Golden Gate Bridge in queste condizioni è questione di pura fortuna; è sempre circondato da una possente coltre di nebbia, tipo cosi, o cosi per intenderci.

A metà pomeriggio del nostro secondo giorno di permanenza  improvvisamente il cielo si apre, molliamo tutto, chiamiamo un UBER e ci facciamo portare al “Presidio”.

Rispetto a tutti i principali punti di interesse della città, il Golden Gate Bridge è defilato, bisogna andarci apposta, indipendentemente da dove vi trovate io vi consiglio un UBER o un Taxi.

Il  punto dove tutti si fermano a fare le foto è chiamato Crissy Field, da qui guardando a sinistra vedrete il ponte, mentre a destra noterete l’isoletta di Alcatraz. Volendo potete fare una passeggiata fino al forte che sta esattamente sotto il ponte , il Fort Point National Historic Site.

Arrivati al Crissy field vedrete il ponte in tutta la sua lunghezza, Il Golden Gate è un ponte mastodontico ed è una percezione difficile da spiegare a parole.

Noterete subito quanto la gigantesca struttura catalizzi lo sguardo, è di un arancio scuro quasi perfetto, calata in un contesto magnifico quasi come fosse una statua in un museo.

Mi son fermato semplicemente ad ammirarlo per una buona mezz’ora in silenzio nonostante il vento gelido.

Per avere un’idea delle proporzioni attendete che una nave porta container ci passi sotto.

E’ una struttura veramente eccezionale.

Consigli & Facts:

  • Quando è stato inaugurato era il ponte sospeso più lungo del mondo. Oggi occupa la decima posizione.
  • Complessivamente il ponte è lungo 2,71 km con una campata principale di 1 282 m. L’altezza delle due torri è 225 m sopra il livello dell’acqua e il diametro dei cavi della sospensione principale è di quasi un metro.
  • Pare sia veramente raro vederlo nelle condizioni che trovate in foto in piena estate.
  • Il colore del ponte è “universal orange” un colore molto usato nell’industria aerospaziale per segnalare ostacoli.
  • Il Golden Gate ha 6 corsie (tre per senso di marcia), 2 di queste sono dinamiche, la mattina il traffico in ingresso viaggia su 4 corsie e quello in uscita su 2, la sera viceversa.

Golden Gate Bridge . San Francisco . California . Estate 2016

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Come a Poncharello {Photolog}

Sigla!

A 10 anni io vedevo telefilm come questo, l’idolo della situazione era il poliziotto Poncherello e già a quell’età io sognavo di guidare su quelle strade leggendarie, come facevano i Chips.

La cosa parte quindi da molto lontano e nella mia testa le autostrade Americane son sempre state quelle li, carreggiate enormi con decine di corsie.

Oggi, a 29 anni, mi son messo in macchina, su sulla Interstate Freeway 405 di Los Angeles a 8 corsie per senso di marcia, mi son sentito troppo “Poncharello” ed era bello anche solo pensare di esser li.

Consigli & Facts:

  • Il traffico a Los Angeles è pazzesco, una cosa incredibile, pensate che si arriva a situazioni tipo questa, l’autostrada è la stessa che vedete in foto.
  • Gli americani si muovono tutti in macchina, i mezzi pubblici sono praticamente nulli a Los Angeles. Un giorno normale per fare la tratta Beverly Hills -> Downtown (15km) c’ho messo quasi 2 ore.
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San Diego {Photolog}

Point Loma . San Diego . California . Agosto.2016

Siamo su una Nissan Sentra, grigio metallizzato, diretti a Point Loma per visitare alcuni punti turistici, premo con leggerezza sulla stellina che avevo precedentemente memorizzato su Google Maps e seguo le indicazioni del fidato navigatore. E’ sempre andata bene…

Entro pochi chilometri però, le case si fanno sempre più rade e lasciano il posto ad altissimi e tetri recinti di filo spinato. “Tutto ok!” penso, il memoriale è circondato da una base militare e il faro è sull’estremità, è plausibile che ci siano le classiche recinzioni.

Intravedo una sorta di casello, anche in questo caso, essendo il Cabrillo National Monument statale, ho pensato fosse normale trovare un piccolo punto di controllo con la guardia di turno ad osservare le auto in ingresso al parco, ne avevamo già visti altri.

Avvicinandomi noto che la guardia di turno non è una ma sono due, e in particolare non sono due semplici ranger con aria amichevole pronti a dare informazioni, ma due marines, due marines pesantemente armati con giubbotto antiproiettile e vistosa scritta NAVY, un po’ come nei film.

Non posso fare retromarcia, la strada ha una sola corsia e sono chiuso in coda. A questo punto comincio ad avere qualche dubbio, alimentato anche dalla presenza di una enorme telecamera presente sopra il piccolo casello.

Intimorito abbasso il finestrino sapendo di aver già commesso un errore, scusandomi cerco di spiegare che eravamo diretti al monumento nazionale ma per qualche motivo il navigatore ci ha portati li, il militare non traspare alcuna emozione, sguardo gelido, mi invita a fornirgli i passaporti e posteggiare l’auto in una piazzola limitrofa.

Forniamo i documenti e rimaniamo saggiamente chiusi in auto per 20 minuti senza proferire parola e senza alcun tipo di risposta. Sentiamo finalmente voci in lontananza, erano i due militari, parlavano alla radio con la polizia, l’americano stretto non ci ha permesso di capire molto ma una cosa sembrava chiara, stavano parlando di noi.

Dopo 10 minuti arriva un’auto della polizia, si affianca alla nostra, ne esce una figura che ci proietta direttamente all’interno dello stereotipo di poliziotto medio americano: donna di colore, non esattamente in forma, sguardo sicuro e camminata ciondolante.

Vedendoci visibilmente scossi ci spiega la situazione: siamo stati filmati dalla telecamera, ogni cosa o persona che viene filmata da quelle telecamera, se non è schedata deve essere verbalizzata e documentata.

E’ la prassi di sicurezza per quelli che provano ad entrare nella

BASE NAVALE DI POINT LOMA

Nel frattempo ci aveva riportato i passaporti (che temevamo di non rivedere più) ma ci porta via le patenti e ci chiede dove soggiorniamo, indirizzo preciso e i nostri prossimi piani. In quella situazione non è stato semplice mantenere la calma ma ho rispiegato per bene il tutto con malcelata tensione.

Finalmente convinta della nostra buona fede sparisce con i nostri documenti per altri 10 minuti per poi tornare e indicarci la via per uscire dalla base pregandoci di non tornare e di evitare la telecamera.

Il punto di interesse era in linea d’aria a 200m dall’ingresso della base, toccando la stellina col “pollicione” senza guardare attentamente ho inavvertitamente puntato il navigatore all’ingresso di una base militare.

Ovviamente sto cercando di abbandonare questo sistema di selezione dei punti d’interesse. Sono stati 40 minuti lunghissimi.

point loma

La vista dal satellite rende bene la dimensione del cimitero, e… si! quelle che vedete ordinate nell’immagine sotto sono tutte lapidi bianche:

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Les Baux de Provence, il borgo antico delle Alpilles

La Provenza è una regione magnifica, in particolare, nel periodo di fioritura della lavanda acquisisce una fascino quasi fuori dal mondo.

La fioritura della lavanda è tipicamente estiva, in generale dal mese di giugno fino a settembre inoltrato. Riconoscibile dal singolare profumo, la lavanda regala una fioritura molto appariscente e scenica, ideale per le bellissime fotografie di paesaggio. L’effetto risulterà più notevole  nei campi di grandi dimensioni: nella zona francese della Provenza, dove si trovano le più ampie distese per la coltivazione della lavanda, si assiste a splendide colline sterminate, dalla tipica colorazione viola.

Al centro di questa fantastica regione posta a Sud della Francia, troviamo un paesino fortificato tutto da scoprire, Les Baux-de-Provence.

Il piccolo borgo offre incantevoli vicoli lastricati, inserito nell’ affascinante cornice delle Aplilles, grazie alla sua posizione offre una vista spettacolare sulla valle circostante.

Arrivati all’ampio parcheggio a pagamento disponibile alle porte della città ci prendiamo una mattinata per scoprire la zona ricca di artigiani e scorci incantevoli.

La fortuna vuole che, essendo mattina presto, le ripide stradine sono per lo più deserte, in questi momenti si percepisce la magia di questi posti, un’oasi per la mente.

Les Baux-de-Provence

Consigli & Facts:

  • Arrivate al paesino la mattina presto, poi si riempie di turisti, in particolar modo nel periodo di fioritura della lavanda;
  • Nella zona di Les Baux-de-Provence trovate FANTASTICI campi di lavanda;
  • Poco distante, a Saint-Rémy-de-Provence si trova il famosissimo Monastery Saint-Paul de Mausole dove Van Gogh trascorse parte della sua vita e dove realizzò alcuni dei suoi quadri più famosi. Nel monastero (ospedale) trovate un notevole percorso dedicato all’artista. La location offre inoltre spunti incredibili per la fotografia paesaggistica grazie al campo di lavanda adiacente al monastero.

Les Baux-de-Provence . Giugno 2016

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Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia {Panorami d’Arte}

Sono passati circa 14 anni dalla prima volta che vidi una mostra di Van Gogh, ero alle superiori e ci portarono in gita in quel di Brescia, al museo di Santa Giulia.

Ricordo pochissimo di quella giornata grigia ma ci sono cose che rimangono indelebili, la pazzesca tonalità di uno dei girasoli presenti in mostra e il blu intenso del cielo dello sfondo del cipresso.

La mostra si intitolava appunto “L’avventura del colore Nuovo” combinata con Paul Gauguin, grandissimo amico di Van Gogh.

Figlio della scuola realista con il suo “i Mangiatori di Patate“, il suo primo capolavoro datato 1885, demolisce i dogmi della pittura del suo tempo.

Estremo riassunto di tutti gli elementi che faranno di lui un artista rivoluzionario. Osservatelo bene, non esprime il fascino della vita rustica ma una semplice cena povera, il colore predominante è marrone sterco, scuro come le sue prime tele, talmente spesso e pastoso che il quadro sembra quasi scavato nella tela, è quindi la perfetta unione tra pittore e soggetto, mentre dipinge si sente contadino.

Da allora la svolta nella sua arte che, nonostante la collaborazione col fratello mecenate Theo, non trovava acquirenti. Non smette mai di dipingere, 864 tele in meno di 10 anni e più di 1000 disegni per una produzione che ha del maniacale.

La natura della sua arte, ha suscitato grandi controversie, alcuni sostengono esser totalmente originata dalla pazzia che gradualmente consumava l’artista. Io preferisco vederla in altri termini, l’arte era più un suo rifugio dal mondo che non lo comprendeva, dalla solitudine, dall’epilessia dilagante; l’estrema cura e complessità rilevabile nelle sue tele smentisce ogni forma di perplessità riguardo il suo stato mentale, nel suo lavoro si legge il pieno controllo dell’opera, del colore e del dosaggio.

Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia

Il periodo finale della sua vita è considerato il periodo più tormentato ma anche il più prolifico dal punto di vista artistico.

Van Gogh si trasferì ad Arles (sud della Francia) il 20 febbraio del 1888, aveva 34 anni, folgorato dall’intensità della luce provenzale. Nel paese trovate un interessantissimo percorso tematico su Van Gogh che vi conduce nei luoghi dei suoi quadri più importanti (Notte Stellata su Rodano per citarne uno).

Tra tutti i quadri inclusi all’interno del percorso quello che più mi ha emozionato è stato sicuramente quello al ponte di Langlois, il quadro è parte di una serie di dipinti del 1888 ed era esposto alla mostra di cui ho scritto in apertura di post. Precisamente questo:

lang=it
Il ponte di Langlois, Vincent van Gogh, 1888, olio su tela 59×74 cm

Vi assicuro che trovarsi in un luogo ritratto da un dipinto famosissimo è una cosa molto emozionante, anche se non siete amanti dell’arte.

Il ponte in oggetto è intatto, immacolato e calato ancora nel suo contesto.

Van Gogh si toglie la vita 2 anni dopo, a 37 anni sparandosi all’addome, dopo aver già provato diverse volte il suicidio mangiando la sua stessa pittura dai tubetti.

La storia straziante, triste, di un genio, con una sensibilità incredibile, una visione rivoluzionaria; è la vittoria dell’arte, della sua arte, sulla follia che lentamente l’ha consumato fisicamente ma mai nel suo modo di vedere il mondo.

Curiosità

  • Ritratto del dottor Gachet è il quadro più costoso di Van Gogh, battuto all’asta per 82.5 milioni di dollari, attualmente il suo valore si aggira sui 135 milioni di dollari.
  • Arles è una città romana con ben 112 siti che dal 1981 sono patrimonio Unesco. L’anfiteatro, Il teatro antico Augusto, I criptoportci del Foro, le Terme di Costantino. Troviamo poi gli Alyscamps, necropoli cristiana, con il viale immortalato da Van Gogh.
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Il Pont du Gard, una meraviglia del passato

Arriviamo al parco adiacente al Pont du Gard in una bellissima giornata primaverile, superato un breve sentiero si apre davanti a noi la splendida opera di ingegneria antica.

Definire in poche e semplici frasi la maestosità di questa architettura risulterebbe a di poco riduttivo, partiamo col dire innanzitutto che, nonostante i suoi 2.000 anni di storia, la struttura è ben conservata ed era parte di una immenso acquedotto lungo almeno 50km.

In calce a questo post vi lascio nella sezione dedicata alle curiosità un elenco di “finezze” che rendono quest’opera talmente formidabile da essere dichiarata patrimonio UNESCO.

Il contesto è molto piacevole, alcuni ragazzi improvvisano tuffi in quel che rimane del fiume Gardon mentre la maggior parte delle persone si accampa negli ampi giardini in riva.

Il ponte è interamente percorribile all’altezza della prima arcata, vi assicuro che è veramente impressionante notare la precisione quasi maniacale con cui  è stato studiato progettato e realizzato. Prendendo poi uno dei tanti sentieri che salgono al livello superiore posto a 50m d’altezza (dove scorreva l’acqua per intenderci) si può godere di una vista incredibile sull’intera area.

Nel tornare verso l’auto notiamo una coppia di neo sposini impegnati nello shooting del matrimonio, location perfetta direi.

pont du Gard

Consigli e Curiosità:

  • Il Pont du Gard è il ponte antico più alto del mondo.
  • Le arcate inferiori sono alte 22m, più o meno quanto un palazzo di 6-7 piani.
  • Sempre in tema di numeri, è lungo più di 270m ed è alto quasi 50, quanto il Colosseo.
  • La precisione con cui è stato studiato l’acquedotto è tale che da un estremo all’altro crea una pendenza dell’ 0,4%, utile a far scorrere l’acqua con una determinata velocità.
  • E’ rimasto in attività per almeno 500 anni.
  • E’ composto da blocchi pesanti fino a 6 tonnellate.
  • Il ponte è rappresentato sulla banconota dei 5€ non potevo perdere l’occasione:

Un post condiviso da Fabio Ballasina (@fabiolog) in data:

Pont du Gard . Giugno 2016

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Roussillon: il borgo e il Sentiero delle Ocre

Le Sentier des Ocres . Roussillon . Giugno 2016

Il viola della profumatissima lavanda e il giallo dei girasoli non sono gli unici colori dell’affascinante Provenza, oggi parliamo delle mille sfumature ocra delle rocce del Luberon.

In particolare ci fermiamo a Roussillon, uno dei borghi più belli di Francia, e fra tutti quelli che abbiamo visitato è senza dubbio quello più caratteristico.

Questo fascinoso borgo situato nel cuore della Provenza merita davvero una visita, oltre alle case tinte pastello dai balconi colorati è possibile visitare l’interessante Conservatorio delle ocre e dei pigmenti che spiega molto bene le diverse proprietà e applicazioni dell’ocra.

Roussillon deve la sua notorietà proprio ai giacimenti d’ocra che lo circondano e dopo la visita del coloratissimo borgo si può scendere ad ammirare i colori del famosissimo Sentiero delle Ocre. L’accesso al parco è a pagamento, e i vari sentieri sono ben segnalati sul volantino disponibile all’ingresso.

Fare una passeggiata tra le curiose formazioni rocciose lungo i diversi sentieri è molto piacevole e rilassante.

Dal punto di vista strettamente fotografico, l’accostamento della predominante rossa-arancione immersa nel verde delle piante crea un gioco di colori magnifico.

Consigli e Curiosità:

  • Utilizzate un paio di scarpe comode, i sentieri sono a volte sconnessi anche se ben segnalati e completi.
  • Se potete, utilzzate un paio di scarpe apposta per fare la passeggiata, uscendo dal parco ve le ritroverete completamente rosse. Lavare via l’ocra non è cosi semplice.
  • Il giro breve dura circa un’oretta e attraversa i punti più scenici dell’itinerario.
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Bratislava, la magnifica capitale della Slovacchia

Bratislava Old Town . Gennaio 2016

Bratislava non è esattamente una delle mete turistiche più battute ma la capitale slovacca è una bellissima cittadina, ordinata, pulita, piena di cose da fare e vedere, tanti giovani e un bel movimento serale.

In ampio sviluppo, la romantica cornice sul Danubio e i prezzi bassi rendono questa incantevole città una tappa perfetta per un tranquillo weekend.

Nonostante il meteo non prometta nulla di buono arriviamo prima di pranzo nella città vecchia ai piedi dello scenografico castello (Hrad) che ospita il parlamento nazionale.

Ci fermiamo a pranzare in un localino abbastanza inconsueto dove non capiamo una parola del menu e i camerieri fan fatica a spiegarsi in inglese; morale della favola, ordiniamo cose a caso sperando che tra queste ci sia una zuppa per riscaldarci un po’.

Chi è stato nell’est-europa sa che questa è una delle cose da NON fare. Poco male, ci arrivano dei temibili crauti in umido che riusciamo a buttar giù solo grazie all’ottima birra media al costo di 1,60€.

Usciti dal ristorante camminiamo un po’ per il bellissimo e caratteristico centro (totalmente pedonale) finchè, nel giro di 10 minuti, dal nulla cosmico la situazione diventa più o meno cosi:

bratislava

Consigli & Facts:

  • Il centro storico è popolato da curiosissime statue;
  • L’enorme sviluppo della città degli ultimi anni ha portato ad un grossissimo sviluppo urbano, trovate quindi molte architetture moderne.
  • Dista solo 60km da Vienna;
  • Visitate lo spettacolare castello sede dei Celti, Romani e Slavi, oggi ospita collezioni del Museo Nazionale Slovacco. Da lassù la vista è eccezzionale.
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Wien {Photolog}

Hofburg Palace . Vienna . Gennaio 2016

Se avete letto il post relativo a Stoccolma sapete che d’inverno in genere non andiamo in paesi caldi.

A proposito di temperature, se penso al “peggior freddo” della mia vita mi viene in mente sempre e solo quello patito a Vienna.

Dopo esserci riparati il più a lungo possibile in uno dei tanti ristoranti che offrono la classica cotolettona Austriaca (la Wiener Schnitzel), dovevamo incamminarci per fare un breve giro nei giardini di Hofburg (l’ex residenza imperiale). Il primo problema derivava dal fatto che il vento era gelido, il nostro outfit era oltremodo ridicolo, solo gli occhi non erano coperti.

La temperatura percepita era di circa 18 gradi sotto zero, per dire, a questa temperatura quando tiri fuori il cellulare per scattare una foto, si spegne all’istante.

Anche le macchine fotografiche normalmente non garantiscono operatività, infatti, scattando la prima foto l’otturatore si è praticamente bloccato a metà.

Da quel pomeriggio ho portato via 2 foto e 3 video da 10 secondi (poi si spegneva il telefono), una è questa:

hofburg vienna

 

  Consigli & Facts:

  • Nonostante il freddo l’atmosfera della città è unica, ricchissimi palazzi si alternano a splendidi parchi.
  • Il Castello del Belvedere ospita la più grande ed emozionante collezione di Klimt, compreso il famosissimo Bacio.
  • In questa città trovate notevoli opere di Hundertwasser, tra cui la popolarissima Hundertwasserhaus e un bellissimo museo interamente dedicato a lui. Vienna merita una visita anche solo per questo.

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