un log di viaggio

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Bristol e Banksy { Photolog }

Nonostante si sappia ancora poco sulla sua vita e identità (ci son molte teorie ma nulla di confermato) una cosa è certa, Banksy è nato a Bristol.

La città inglese è stata di fatto  la sua prima tela e conserva ancora oggi molte testimonianze dei suoi primi lavori.

Se come me siete amanti della street art, Bristol è una tappa obbligatoria, uno di quei luoghi che non potete farvi mancare.

Nel quartiere Montpelier trovate il famosissimo  “Take the money and Run“, ancora oggi ben conservato se considerate che è datato 1997.

Sono particolarmente contento di averlo fotografato, è considerato di fatto  una delle prime opere di Banksy (ha collaborato con altri due famossissimi street artist di Bristol, Inkie e Mode2)

banksy bristol

In zona Stokes Croft trovate molto facilmente anche il “The Mild Mild West

Mentre in zona cattedrale il Well Hung Lover

Nel museo M-Shed conservano il “Grim Reaper”. Sostanzialmente han staccato il pezzo di nave su cui l’artista aveva dipinto il famoso teschio.

Tutti i riferimenti completi li trovate sul sito ufficiale del turismo di Bristol.

 

Bristol è una buona idea per un weekend alternativo, ha un bellissimo centro storico ed è girabile totalmente a piedi.

Ci potete arrivare direttamente con voli Ryanair o Easyjet dai principali aeroporti italiani.

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Strade senza fine, la Death Valley

Siamo stati nella Death Valley in Agosto, chi tra voi ha avuto la stessa esperienza comprende bene il disagio che sto per descrivere.

Per gli altri, ve la faccio breve, visitare la Death Valley in un giorno d’agosto è come entrare in un forno, letteralmente. Il caldo è terrificante e non venitemi a dire “eh ma anche a Milano in città ad agosto si soffoca”, No!

La sensazione stando fuori dall’auto è talmente sgradevole e pesante che il respiro diventa lento ed affannoso, la testa gira facilmente e anche muovere 10 passi pare un’impresa titanica. Insomma, non ci si riesce a stare e vedere persone addentrarsi su dune di sabbia o in sterminate saline in queste condizioni mi ha fatto veramente paura.

Nonostante ciò, credo sia un luogo magico, alieno, ci tornerei altre dieci volte, anche col caldo.

Agosto non è esattamente il periodo migliore per approcciare questo tipo di esperienza, le stagioni intermedie permettono di fare brevi escursioni molto interessanti, durante il periodo estivo “visitare” il parco equivale ad una cosa di questo tipo:

Auto -> Tanta strada dritta -> Posto da vedere -> Scendi 10 Min -> Torna in Auto -> Tanta Strada dritta -> Posto da vedere -> Scendi 10 Min -> Torna in Auto -> Tanta Strada dritta … e cosi via

Va quindi tutto calcolato bene in anticipo, soprattutto fate benzina appena prima di entrare, portatevi acqua e cibo, passano veramente pochissime auto e avrete la sensazione di essere una goccia nell’oceano, sommersi dalla vastità del posto.

Noi siam partiti un po’ scarsi col cibo salvo rendercene conto all’interno del parco, un po’ tardi. Ci siam dovuti fermare in un posto assurdo a comprare barrette di cioccolato, ma questa è un’altra storia.

Arrivando da Lone Pine, non abbiamo incontrato grosse difficoltà nel trovare i punti di interesse, la valle è attraversata da una UNA- Strada, che incrocia l’altra unica – UNICA – strada nei pressi di Furnace Creek, l’unico “paese” della valle.

Dopo aver visitato le dune di sabbia e aver percepito per la prima volta i 123°F che per semplificarvi la vita sono 51°C torniamo velocemente in auto per il successivo punto di interesse, Badwater, noto per essere convenzionalmente indicato come il punto più basso del Nordamerica (-86m).

Tante cose rimangono impresse della Death Valley, la prima l’ho citata prima, sentirsi veramente insignificanti, considerate che per passare questa depressione naturale servono ore di auto su strade infinite, delle quali non si vede la fine, un concetto difficile da spiegare che ho provato a bloccare in questa foto:

death valley

Consigli e Curiosità:

  • Leggete qualcosa sul mistero delle “rocce mobili“, fantastico
  • La valle è lunga 225 chilometri e larga in media 40 chilometri.
  • La vita animale è comune nella Valle della Morte, contrariamente a quel che si pensa. Non solo Uccelli, serpenti, lucertole ma anche Pesci e Crostacei
  • È possibile percorrere anche 200 chilometri senza trovare una stazione di rifornimento e in molti punti il telefono non prende
  • Nella Death Valley si è registrata la temperatura più alta mai raggiunta sulla Terra, 56,7 gradi centigradi.

Death Valley National Park . California .  Agosto 2016

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Vista Strip {Photolog}

Arrivare a Las Vegas per la prima volta è un’esperienza unica.

E’ una città nel mezzo del nulla cosmico, ti devi fare minimo 4/5 ore di auto attraversando deserti sterminati prima di arrivare.

Inoltre, una volta entrati in città non avrete una percezione immediata di quanto sia esagerata, sulle enormi strade prima vuote e solitarie cominciano ad affacciarsi hotel stellari, visti in centinaia di film.

Passate accanto ad edifici tipo il Mandalaya Bay o tipo il Luxor, oppure alla famosa insegna e al Paris con la torre Eiffel prima di affiancare le fontane del Bellagio o il colossale Cesar Palace senza tralasciare il pacchiano Venetian.

Alla luce del giorno la città però perde molto del suo fascino.

Las Vegas diventa veramente Las Vegas dopo il tramonto quando tutto si accende, e quando dico tutto, intendo proprio tutto.

Passeggiando per la Strip la sera avrete una sensazione molto strana, dapprima disorientati, poi allucinati e sovrastati dai centinaia di input che il vostro cervello si troverà ad elaborare simultaneamente. Frenetica e colorata, quasi impossibile capirci qualcosa.

Nulla di tutto questo è però paragonabile a una delle più belle camera con vista nelle quali io sia stato.

Arriviamo alla enorme hall del mitico Treasure Island, uno degli hotel simbolo di Las Vegas. Dopo una coda alla reception in pieno stile Gardaland (l’hotel ha quasi 3000 Stanze) chiediamo umilmente una camera con vista strip (ce la possiamo permettere, Agosto è bassissima stagione a Las Vegas).

Per una volta ci è andata bene, era disponibile una sola camera vista strip al 21° piano.

Io ve lo dico, se passate da Las Vegas, toglietevi questo sfizio. Un panorama da perderci il sonno.

  Consigli & Facts:

  • Pensate che nella top 10 degli hotel più grandi del mondo, trovate ben 6 hotel di Las Vegas. il più grande nella città è il complesso del “the Venetian” che arriva alla immensa cifra di  7117 Camere.
  • Allargandoci un po’, nella top50 degli hotel più grandi del mondo, più della META’ si trovano a Las Vegas. Questo per darvi un’idea delle proporzioni titaniche delle strutture in questa città.
  • Se ci andate ad Agosto è bassa stagione, con un centinaio di euro vi fate una notte sulla Strip.
  • Ad Agosto fa un caldo apocalittico
  • Ogni hotel in realtà è un microcosmo a se, contiene un casinò dal quale normalmente non si riesce ad uscire, un centro commerciale, decine di ristoranti e poi si… anche le camere.
  • In giornata in auto potete arrivare al balcone sul Grand Canyon. (noi siam arrivati al Gran Canyon Village ma ve lo sconsiglio, è veramente eccessiva la strada)
  • Vicino a Las Vegas c’è la titanica Hoover Dam. La massiccia diga sul Colorado alta 210m.

Las Vegas . Nevada . Agosto 2016

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Santa Monica {Photolog}

In alcuni contesti particolari utilizzo una Instax mini 90.

Amo le tonalità fredde di queste pellicole, rendono ottimamente l’atmosfera del momento e poi c’è sempre quell’effetto sorpresa mentre viene sviluppata la foto.

Non sono particolarmente bravo ad utilizzarla, sono onesto, mi capita varie volte di dover rifare una foto perché troppo poco esposta o viceversa.

In questo caso mi è venuta bene subito e per quanto mi riguarda sintetizza molto bene l’attimo e il luogo.

Santa Monica Beach, un bel venticello e una spiaggia enorme poco affollata, il guarda-spiaggia che osserva l’infinito  nella sua torretta in pieno stile Baywatch.

Una delle “micro” foto a cui tengo di più.

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Santa Monica: “THE Beach” {PostCards}

Sigla!

Situata ad ovest del centro di Los Angeles, la spiaggia di Santa Monica è innegabilmente l’icona delle spiagge Californiane del sud.

L’enorme spiaggia è divisa in 2 parti dallo spettacolare molo (Santa Monica Pier) che ospita un parco divertimenti, un acquario e alcuni ristoranti.
Il molo di Santa Monica oltre che essere un punto di riferimento per la spiaggia e la città è anche considerato come la fine della Route 66.

Consigli e Curiosità:

  • E’ parte del mega agglomerato urbano di Los Angeles (che, per inciso, è più grande della Valle d’Aosta).
  • Sul Pier un cartello indica testualmente “Route 66 end of the trail”
  • Come avete visto in sigla, la popolarissima serie tv anni 90 “Baywatch” è ovviamente ambientata in parte a Santa Monica
  • State in spiaggia fino a sera, l’indimenticabile tramonto dietro il pier di Santa Monica vi resterà dentro per sempre.

Photo Point:

  • Al tramonto, posizionarsi sulla spiaggia a sinistra del molo principale.
  • A Venice Beach trovate una mega piscina per Skater. Le foto in questa zona sono bellissime.
  • La ciclabile alle spalle della spiaggia è piena di fotogeniche palme

Santa Monica Beach . Los Angeles . Agosto 2016

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San Francisco e il Golden Gate Bridge {Photolog}

Volevo raccontarvi di quella volta che son andato per la prima volta a San Francisco, d’estate.

Abitando a Mantova ho molta familiarità con la nebbia, ecco, arrivare a San Francisco d’estate è un po’ come arrivare a Mantova a Novembre.

C’è sempre la nebbia, non piove mai e se sei fortunato riesci a vedere un po’ il sole nel pomeriggio. Il tutto è condito da una “leggerissima” brezza primaverile che ti conviene uscire col giubbetto e la sciarpa.

…e niente, io non me l’aspettavo esattamente cosi San Francisco.

Capite bene che riuscire a vedere il famoso Golden Gate Bridge in queste condizioni è questione di pura fortuna; è sempre circondato da una possente coltre di nebbia, tipo cosi, o cosi per intenderci.

A metà pomeriggio del nostro secondo giorno di permanenza  improvvisamente il cielo si apre, molliamo tutto, chiamiamo un UBER e ci facciamo portare al “Presidio”.

Rispetto a tutti i principali punti di interesse della città, il Golden Gate Bridge è defilato, bisogna andarci apposta, indipendentemente da dove vi trovate io vi consiglio un UBER o un Taxi.

Il  punto dove tutti si fermano a fare le foto è chiamato Crissy Field, da qui guardando a sinistra vedrete il ponte, mentre a destra noterete l’isoletta di Alcatraz. Volendo potete fare una passeggiata fino al forte che sta esattamente sotto il ponte , il Fort Point National Historic Site.

Arrivati al Crissy field vedrete il ponte in tutta la sua lunghezza, Il Golden Gate è un ponte mastodontico ed è una percezione difficile da spiegare a parole.

Noterete subito quanto la gigantesca struttura catalizzi lo sguardo, è di un arancio scuro quasi perfetto, calata in un contesto magnifico quasi come fosse una statua in un museo.

Mi son fermato semplicemente ad ammirarlo per una buona mezz’ora in silenzio nonostante il vento gelido.

Per avere un’idea delle proporzioni attendete che una nave porta container ci passi sotto.

E’ una struttura veramente eccezionale.

Consigli & Facts:

  • Quando è stato inaugurato era il ponte sospeso più lungo del mondo. Oggi occupa la decima posizione.
  • Complessivamente il ponte è lungo 2,71 km con una campata principale di 1 282 m. L’altezza delle due torri è 225 m sopra il livello dell’acqua e il diametro dei cavi della sospensione principale è di quasi un metro.
  • Pare sia veramente raro vederlo nelle condizioni che trovate in foto in piena estate.
  • Il colore del ponte è “universal orange” un colore molto usato nell’industria aerospaziale per segnalare ostacoli.
  • Il Golden Gate ha 6 corsie (tre per senso di marcia), 2 di queste sono dinamiche, la mattina il traffico in ingresso viaggia su 4 corsie e quello in uscita su 2, la sera viceversa.

Golden Gate Bridge . San Francisco . California . Estate 2016

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Come a Poncharello {Photolog}

Sigla!

A 10 anni io vedevo telefilm come questo, l’idolo della situazione era il poliziotto Poncherello e già a quell’età io sognavo di guidare su quelle strade leggendarie, come facevano i Chips.

La cosa parte quindi da molto lontano e nella mia testa le autostrade Americane son sempre state quelle li, carreggiate enormi con decine di corsie.

Oggi, a 29 anni, mi son messo in macchina, su sulla Interstate Freeway 405 di Los Angeles a 8 corsie per senso di marcia, mi son sentito troppo “Poncharello” ed era bello anche solo pensare di esser li.

Consigli & Facts:

  • Il traffico a Los Angeles è pazzesco, una cosa incredibile, pensate che si arriva a situazioni tipo questa, l’autostrada è la stessa che vedete in foto.
  • Gli americani si muovono tutti in macchina, i mezzi pubblici sono praticamente nulli a Los Angeles. Un giorno normale per fare la tratta Beverly Hills -> Downtown (15km) c’ho messo quasi 2 ore.
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San Diego {Photolog}

Point Loma . San Diego . California . Agosto.2016

Siamo su una Nissan Sentra, grigio metallizzato, diretti a Point Loma per visitare alcuni punti turistici, premo con leggerezza sulla stellina che avevo precedentemente memorizzato su Google Maps e seguo le indicazioni del fidato navigatore. E’ sempre andata bene…

Entro pochi chilometri però, le case si fanno sempre più rade e lasciano il posto ad altissimi e tetri recinti di filo spinato. “Tutto ok!” penso, il memoriale è circondato da una base militare e il faro è sull’estremità, è plausibile che ci siano le classiche recinzioni.

Intravedo una sorta di casello, anche in questo caso, essendo il Cabrillo National Monument statale, ho pensato fosse normale trovare un piccolo punto di controllo con la guardia di turno ad osservare le auto in ingresso al parco, ne avevamo già visti altri.

Avvicinandomi noto che la guardia di turno non è una ma sono due, e in particolare non sono due semplici ranger con aria amichevole pronti a dare informazioni, ma due marines, due marines pesantemente armati con giubbotto antiproiettile e vistosa scritta NAVY, un po’ come nei film.

Non posso fare retromarcia, la strada ha una sola corsia e sono chiuso in coda. A questo punto comincio ad avere qualche dubbio, alimentato anche dalla presenza di una enorme telecamera presente sopra il piccolo casello.

Intimorito abbasso il finestrino sapendo di aver già commesso un errore, scusandomi cerco di spiegare che eravamo diretti al monumento nazionale ma per qualche motivo il navigatore ci ha portati li, il militare non traspare alcuna emozione, sguardo gelido, mi invita a fornirgli i passaporti e posteggiare l’auto in una piazzola limitrofa.

Forniamo i documenti e rimaniamo saggiamente chiusi in auto per 20 minuti senza proferire parola e senza alcun tipo di risposta. Sentiamo finalmente voci in lontananza, erano i due militari, parlavano alla radio con la polizia, l’americano stretto non ci ha permesso di capire molto ma una cosa sembrava chiara, stavano parlando di noi.

Dopo 10 minuti arriva un’auto della polizia, si affianca alla nostra, ne esce una figura che ci proietta direttamente all’interno dello stereotipo di poliziotto medio americano: donna di colore, non esattamente in forma, sguardo sicuro e camminata ciondolante.

Vedendoci visibilmente scossi ci spiega la situazione: siamo stati filmati dalla telecamera, ogni cosa o persona che viene filmata da quelle telecamera, se non è schedata deve essere verbalizzata e documentata.

E’ la prassi di sicurezza per quelli che provano ad entrare nella

BASE NAVALE DI POINT LOMA

Nel frattempo ci aveva riportato i passaporti (che temevamo di non rivedere più) ma ci porta via le patenti e ci chiede dove soggiorniamo, indirizzo preciso e i nostri prossimi piani. In quella situazione non è stato semplice mantenere la calma ma ho rispiegato per bene il tutto con malcelata tensione.

Finalmente convinta della nostra buona fede sparisce con i nostri documenti per altri 10 minuti per poi tornare e indicarci la via per uscire dalla base pregandoci di non tornare e di evitare la telecamera.

Il punto di interesse era in linea d’aria a 200m dall’ingresso della base, toccando la stellina col “pollicione” senza guardare attentamente ho inavvertitamente puntato il navigatore all’ingresso di una base militare.

Ovviamente sto cercando di abbandonare questo sistema di selezione dei punti d’interesse. Sono stati 40 minuti lunghissimi.

point loma

La vista dal satellite rende bene la dimensione del cimitero, e… si! quelle che vedete ordinate nell’immagine sotto sono tutte lapidi bianche:

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Les Baux de Provence, il borgo antico delle Alpilles

La Provenza è una regione magnifica, in particolare, nel periodo di fioritura della lavanda acquisisce una fascino quasi fuori dal mondo.

La fioritura della lavanda è tipicamente estiva, in generale dal mese di giugno fino a settembre inoltrato. Riconoscibile dal singolare profumo, la lavanda regala una fioritura molto appariscente e scenica, ideale per le bellissime fotografie di paesaggio. L’effetto risulterà più notevole  nei campi di grandi dimensioni: nella zona francese della Provenza, dove si trovano le più ampie distese per la coltivazione della lavanda, si assiste a splendide colline sterminate, dalla tipica colorazione viola.

Al centro di questa fantastica regione posta a Sud della Francia, troviamo un paesino fortificato tutto da scoprire, Les Baux-de-Provence.

Il piccolo borgo offre incantevoli vicoli lastricati, inserito nell’ affascinante cornice delle Aplilles, grazie alla sua posizione offre una vista spettacolare sulla valle circostante.

Arrivati all’ampio parcheggio a pagamento disponibile alle porte della città ci prendiamo una mattinata per scoprire la zona ricca di artigiani e scorci incantevoli.

La fortuna vuole che, essendo mattina presto, le ripide stradine sono per lo più deserte, in questi momenti si percepisce la magia di questi posti, un’oasi per la mente.

Les Baux-de-Provence

Consigli & Facts:

  • Arrivate al paesino la mattina presto, poi si riempie di turisti, in particolar modo nel periodo di fioritura della lavanda;
  • Nella zona di Les Baux-de-Provence trovate FANTASTICI campi di lavanda;
  • Poco distante, a Saint-Rémy-de-Provence si trova il famosissimo Monastery Saint-Paul de Mausole dove Van Gogh trascorse parte della sua vita e dove realizzò alcuni dei suoi quadri più famosi. Nel monastero (ospedale) trovate un notevole percorso dedicato all’artista. La location offre inoltre spunti incredibili per la fotografia paesaggistica grazie al campo di lavanda adiacente al monastero.

Les Baux-de-Provence . Giugno 2016

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Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia {Panorami d’Arte}

Sono passati circa 14 anni dalla prima volta che vidi una mostra di Van Gogh, ero alle superiori e ci portarono in gita in quel di Brescia, al museo di Santa Giulia.

Ricordo pochissimo di quella giornata grigia ma ci sono cose che rimangono indelebili, la pazzesca tonalità di uno dei girasoli presenti in mostra e il blu intenso del cielo dello sfondo del cipresso.

La mostra si intitolava appunto “L’avventura del colore Nuovo” combinata con Paul Gauguin, grandissimo amico di Van Gogh.

Figlio della scuola realista con il suo “i Mangiatori di Patate“, il suo primo capolavoro datato 1885, demolisce i dogmi della pittura del suo tempo.

Estremo riassunto di tutti gli elementi che faranno di lui un artista rivoluzionario. Osservatelo bene, non esprime il fascino della vita rustica ma una semplice cena povera, il colore predominante è marrone sterco, scuro come le sue prime tele, talmente spesso e pastoso che il quadro sembra quasi scavato nella tela, è quindi la perfetta unione tra pittore e soggetto, mentre dipinge si sente contadino.

Da allora la svolta nella sua arte che, nonostante la collaborazione col fratello mecenate Theo, non trovava acquirenti. Non smette mai di dipingere, 864 tele in meno di 10 anni e più di 1000 disegni per una produzione che ha del maniacale.

La natura della sua arte, ha suscitato grandi controversie, alcuni sostengono esser totalmente originata dalla pazzia che gradualmente consumava l’artista. Io preferisco vederla in altri termini, l’arte era più un suo rifugio dal mondo che non lo comprendeva, dalla solitudine, dall’epilessia dilagante; l’estrema cura e complessità rilevabile nelle sue tele smentisce ogni forma di perplessità riguardo il suo stato mentale, nel suo lavoro si legge il pieno controllo dell’opera, del colore e del dosaggio.

Arles e Van Gogh, il potere dell’arte sulla follia

Il periodo finale della sua vita è considerato il periodo più tormentato ma anche il più prolifico dal punto di vista artistico.

Van Gogh si trasferì ad Arles (sud della Francia) il 20 febbraio del 1888, aveva 34 anni, folgorato dall’intensità della luce provenzale. Nel paese trovate un interessantissimo percorso tematico su Van Gogh che vi conduce nei luoghi dei suoi quadri più importanti (Notte Stellata su Rodano per citarne uno).

Tra tutti i quadri inclusi all’interno del percorso quello che più mi ha emozionato è stato sicuramente quello al ponte di Langlois, il quadro è parte di una serie di dipinti del 1888 ed era esposto alla mostra di cui ho scritto in apertura di post. Precisamente questo:

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Il ponte di Langlois, Vincent van Gogh, 1888, olio su tela 59×74 cm

Vi assicuro che trovarsi in un luogo ritratto da un dipinto famosissimo è una cosa molto emozionante, anche se non siete amanti dell’arte.

Il ponte in oggetto è intatto, immacolato e calato ancora nel suo contesto.

Van Gogh si toglie la vita 2 anni dopo, a 37 anni sparandosi all’addome, dopo aver già provato diverse volte il suicidio mangiando la sua stessa pittura dai tubetti.

La storia straziante, triste, di un genio, con una sensibilità incredibile, una visione rivoluzionaria; è la vittoria dell’arte, della sua arte, sulla follia che lentamente l’ha consumato fisicamente ma mai nel suo modo di vedere il mondo.

Curiosità

  • Ritratto del dottor Gachet è il quadro più costoso di Van Gogh, battuto all’asta per 82.5 milioni di dollari, attualmente il suo valore si aggira sui 135 milioni di dollari.
  • Arles è una città romana con ben 112 siti che dal 1981 sono patrimonio Unesco. L’anfiteatro, Il teatro antico Augusto, I criptoportci del Foro, le Terme di Costantino. Troviamo poi gli Alyscamps, necropoli cristiana, con il viale immortalato da Van Gogh.

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